Topic 1: Quadro legislativo/mercato del lavoro/istruzione

  • Direttiva 2009/50/EC, sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro altamente qualificato; ha istituito la “Carta blu Ue”, una procedura accelerata per il rilascio di permesso di soggiorno e di lavoro speciale a condizioni più allettanti, per consentire ai lavoratori di paesi terzi di assumere un’occupazione altamente qualificata negli Stati membri. La direttiva viene costantemente revisionata, con progressi rallentati e incentrati sul riconoscimento delle competenze e dell’esperienza professionale equivalente ai titoli di studio.
  • La direttiva sul permesso unico (2011/98/EU) stabilisce una comune procedura semplificata per i cittadini di paesi terzi che richiedono un permesso di soggiorno e di lavoro in uno Stato membro, nonché una serie comune di diritti da concedere agli immigrati regolari.
  • Direttiva 2014/36/EU, adottata nel febbraio 2014, disciplina le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro stagionale. I lavoratori stagionali migranti possono rimanere legalmente e temporaneamente in Ue per un periodo massimo compreso tra cinque e nove mesi (a seconda dello Stato membro) per svolgere un’attività dipendente dalle stagioni, pur mantenendo il loro luogo di residenza principale in un paese terzo. La direttiva chiarisce inoltre l’insieme dei diritti di cui godono tali lavoratori.*
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* Schede informative sull’Unione europea, Politica di immigrazione (http://www.europarl.europa.eu/factsheets/en/sheet/152/immigration-policy)

  • Direttiva 2014/66/EUsulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi nell’ambito di una mobilità all’interno di imprese, adottata il 15 maggio 2014. La direttiva rende più semplice per le imprese e le multinazionali trasferire temporaneamente i propri dirigenti, consulenti e dipendenti in formazione presso le proprie filiali situate all’interno dell’Unione europea.
  • Direttiva (EU) 2016/801sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di ricerca, studio, formazione, servizio volontario, programmi di scambio di alunni o progetti educativi, adottata l’11 maggio 2016 e da recepire entro il 23 maggio 2018. Sostituisce i precedenti strumenti che interessano studenti e ricercatori, ampliandone la portata e semplificandone l’applicazione*.

Fonte: www.pexels.com

* Schede informative sull’Unione europea, Politica di immigrazione (http://www.europarl.europa.eu/factsheets/en/sheet/152/immigration-policy)

I quadri di riferimento internazionali ed europei promuovono un approccio basato sull’equità sanitaria, sebbene l’impegno nazionale sia obbligatorio per garantire la parità di accesso al sistema sanitario.

Le leggi, le politiche e le azioni nazionali devono conformarsi alle norme internazionali ed europee che stabiliscono i parametri per il rispetto dei diritti umani, compreso il diritto alla salute.

Alla fine del 2017 nessuno Stato membro europeo disponeva di una strategia sanitaria o di un piano d’azione, progettati dai ministeri responsabili della sanità, indirizzati specificamente a migranti e persone di origine migrante.

Una ricerca del 2017 sull’attuazione del diritto all’assistenza sanitaria ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (UNHCR), commissionata dalla Commissione europea, ha stabilito che sebbene tutti gli Stati membri dell’Ue abbiano ratificato l’UNHCR, solo quattro paesi (Cipro, Croazia, Italia e Spagna) hanno introdotto una disposizione legale a tutela di questo diritto per tutti i bambini che vivono in tali territori, indipendentemente dal loro status legale (nazionalità, assicurazione sociale o residenza).

Sette paesi (Francia, Grecia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia) assicurano l’assistenza sanitaria a tutti i bambini residenti nel territorio nazionale attraverso una legislazione sanitaria regolare, stabilendo i criteri di ammissibilità o organizzando speciali programmi integrativi per gruppi specifici che non rientrano nella copertura sanitaria principale.